Dalle chiare origini orientali, il gatto siamese, o thai, è un felino domestico di particolare fascino, grazie ai caratteristici occhi di un colore blu intenso e alla elegante livrea dalla consistenza setosa.
Il carattere, particolarmente docile e affettuoso, ha consentito a questo gatto un’ampia diffusione in tutto il mondo, oltre a fargli meritare una speciale predilezione da parte di coloro che lo scelgono come animale da compagnia.
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Il gatto siamese: caratteristiche e origini del gatto più popolare al mondo
Nel nome stesso del piccolo felino è possibile rinvenirne le probabili origini: siamese deriva, infatti, da Siam, nome ufficiale della Thailandia fino al 1939, ed è proprio dalla “terra libera” del sud est asiatico che prende il via il lungo viaggio che ha condotto questo gatto prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti e, infine, in tutto il resto del mondo.
Il gatto siamese, infatti, compare per la prima volta nel Regno Unito nella seconda metà dell’Ottocento, trasportato a bordo delle navi mercantili provenienti dall’oriente, sulle quali i gatti erano notoriamente ben accetti poiché abili cacciatori di topi.
La comparsa ufficiale di questa razza così caratteristica avvenne nel 1871, in occasione dell’esposizione felina che si svolse nel mitico Crystal Palace di Londra.
Fino ad allora la sua fama del gatto siamese era rimasta circoscritta entro i confini del Siam, regno nel quale ha vissuto fin dai tempi più remoti, tant’è che alcuni manoscritti del 1300 ne documentavano già l’esistenza.
Nel 1890 la razza thailandese raggiunse il Nuovo Continente, dove incontrò il favore degli americani che se ne innamorarono al punto da rendere il siamese uno tra i gatti più amati del Paese.
La massima diffusione del gatto siamese, però, si è verificata in Thailandia ed in Inghilterra, dove fu impiegato massicciamente per ibridare numerose altre razze, soprattutto a causa dei suoi magnetici occhi blu.
Il destino ha poi voluto che la fama del gatto siamese a pelo corto fosse per lungo tempo messa in ombra da altre varianti, per lo più derivate dalla medesima razza.
Nel 1998, ad esempio, è stata identificata una variante molto apprezzata del gatto siamese a pelo lungo o semilungo, il balinese, che associa ai colori classici degli occhi e del manto, una livrea vaporosa e soffice.
Solo negli ultimi decenni, dopo anni di quasi oblio, lo standard di razza è stato ripreso e rinnovato, per ottenere il gatto siamese che oggi vediamo e che differisce, non poco, dall’originario felino orientale.
Il gatto siamese: carattere affettuoso in un corpo agile e sinuoso
Lo standard del gatto siamese riporta ad un felino di taglia media, dalla conformazione allungata e appuntita, che generalmente non supera i cinque chilogrammi nei maschi ed i quattro nelle femmine.
La parte che meglio esprime le tipicità della razza è la testa: di forma triangolare, dominata dalle orecchie ampie, con base larga, e dal muso appuntito, simile ad un cuneo. Gli occhi, di uno splendido colore blu che li rende ammaliatori e dalla forma allungata, hanno inclinazione obliqua rispetto all’asse del naso.
Il collo è muscoloso ma slanciato, bilanciato da una coda decisamente lunga e snella. Le zampe, come il resto del corpo, appaiono lunghe e sottili, e terminano in piedi minuti e di forma ovoidale. Il mantello del gatto siamese è bianco crema, con zone specifiche che presentano una colorazione più intensa: le cosiddette points, che interessano la maschera, le orecchie, le zampe e la coda.
I points non sono tutti uguali, ma variano per la nuance, che si diversifica nei toni del blue, del chocolate, del rosso, del tabby, del seal e del lilac e per l’intensità, che invece cambia in base alla temperatura dell’ambiente in cui il gatto cresce.
La variante più diffusa è sicuramente la Seal Point, che incarna lo standard di razza noto a tutti; il Chocolate, decisamente più raro, ha base color cacao mentre il Lilac Point, anch’esso piuttosto insolito, presenta i points nei toni del rosa o del lilla.
In ogni caso il mantello del siamese si caratterizza per il pelo corto, compatto e dalla consistenza dei soffici fili di seta.
Una ulteriore caratteristica del gatto siamese è il carattere: vivace ed affettuoso, si è guadagnato, nel tempo, il nomignolo di gatto-cane. Nell’immaginario comune, infatti, il gatto è visto come un animale indipendente e schivo, che raramente si presta ad effusioni e sentimentalismi se non quando è egli stesso a deciderlo, e sempre con le dovute moderazioni.
Il siamese, al contrario, è un felino in grado di legarsi profondamente al proprio umano, tanto da cercarne continuamente il contatto. È inoltre un gatto le cui doti di intelligenza e disponibilità rendono facile all’addestramento, cosicché non appare impossibile portarlo in giro al guinzaglio o vederlo giocare allegramente con cani o persone.
La comunicatività è un’altra sua dote evidente: il gatto siamese modula il proprio miagolio in decine di varianti, in funzione dei suoi bisogni e impiega i tanti versi che riesce ad emettere come una sorta di linguaggio, legando ogni suono ad una sua specifica esigenza.
Estremamente vivace e pieno di vita, questo felino domestico ha bisogno di scaricare le proprie energie e lo fa giocando e saltando per tutto il giorno, per poi concludere le attività tra le braccia dell’amato padrone, al quale si lega in maniera ossessiva, tanto da esserne profondamente geloso.
Il grande attaccamento al padrone, però, rende il gatto siamese non adatto a chiunque. Solo chi è in grado di dedicargli le attenzioni ed il tempo che richiede può incamminarsi in una siffatta impresa, senza rischiare di rendere infelice un felino che, invece, è fondamentalmente un allegro giocherellone.
Salute e cure del gatto siamese: malattie tipiche e toeletta
Il gatto siamese gode generalmente di buona salute, soprattutto se si ha l’accortezza di acquistarlo presso un allevatore coscienzioso che evita accoppiamenti tra consanguinei ed effettua tutti i test necessari a scongiurare eventuali malattie genetiche.
Con queste premesse, è possibile sapere orientativamente il gatto siamese quanto vive, poiché la letteratura di settore indica, per questa razza, un’aspettativa di vita di circa venti anni, quindi piuttosto lunga.
Ciò non toglie, però, che anche il siamese possa soffrire di malattie o disturbi tipici della razza, come l’alopecia psicogena, lo strabismo, la sindrome vestibolare, l’idrocefalia o la porfiria. Ma vediamo nel dettaglio in cosa consistono queste patologie.
L’alopecia psicogena è un disturbo ossessivo compulsivo che il gatto sviluppa a causa del citato eccessivo attaccamento al padrone o per via della solitudine. Gatto socievole e bisognoso di attenzioni, infatti, se lasciato solo troppo a lungo il siamese rischia di diventare ansioso e di sfogare la tensione leccandosi il pelo in maniera così maniacale e ripetitiva da strapparselo.
Lo strabismo di per sé non è una malattia né un disturbo, poiché la funzione visiva degli occhi non risulta affatto compromessa; ciononostante il siamese tende a sviluppare questo piccolo difetto fisico che, in verità, sebbene fuori standard, conferisce al gatto un aspetto tenero e simpatico.
La sindrome vestibolare consiste in un disturbo temporaneo che causa al gatto perdita dell’equilibrio e nausea, dovuti ad un problema genetico che interessa il nervo acustico. L’idrocefalia consiste, invece, nell’accumulo di liquido nel cervello e rappresenta una patologia grave, in grado di apportare danni irreparabili al micio se non si interviene per tempo.
La porfiria è una malattia infida e pericolosa: può essere asintomatica o manifestarsi con una colorazione rossastra dell’urina, il vomito o le convulsioni. È causata da un’alterazione degli enzimi che agevolano la sintesi dell’emoglobina, e può interessare vari organi, come il fegato, il cuore, i reni o la pelle.
Controlli periodici dal veterinario e un discreto livello di attenzione nei confronti di qualsiasi sintomo, o anomalia, dovesse presentarsi, possono essere determinanti per evitare seri problemi al gatto.
Riguardo la toelettatura, il siamese ha il vantaggio di possedere pelo compatto e privo di sottopelo: una periodica lucidata con la pelle di daino è sufficiente a mantenere il mantello brillante e sano. Se il gatto è abituato ad uscire all’aperto, però, è opportuno tutelarlo con un buon trattamento antiparassitario, da ripetere con regolarità.
La dieta del siamese deve essere basata su alimenti proteici, evitando di abbondare con i carboidrati, che i gatti in generale hanno difficoltà a digerire, e garantendo sempre un buon apporto di vitamine, derivate da verdure o da integratori appositi.
Il gatto siamese, in fondo, è un carnivoro e necessita di pasti a base di carne, pollo e pesce, sebbene non disdegni affatto crocchette e cibo umido in scatola.
Comprare un gatto siamese: prezzo con o senza pedigree
Se state pensando di acquistare un esemplare di questa razza, non prendete nemmeno in considerazione l’idea di portare a casa un gatto siamese appena nato: prima delle dodici settimane di età, infatti, un qualsiasi allevatore serio non vi venderà i suoi cuccioli.
È risaputo, del resto, che un gattino troppo piccolo può avere difficoltà ad abituarsi ad un nuovo ambiente, andando incontro ad uno stress dannoso anche per uno sviluppo sano ed equilibrato.
Il pedigree è un fattore che incide notevolmente sul prezzo di un cucciolo di siamese. Se il gatto rispetta appieno lo standard ed è dotato di certificazione relativa alla discendenza, può costare dai 700 ai mille euro.
Gli esemplari privi di pedigree, molto numerosi a causa della diffusione della razza, costeranno decisamente meno ma resteranno comunque dei perfetti animali da compagnia.
Standard di razza del Gatto Siamese :
Codice EMS: SIA
Associazioni che riconoscono la razza: AACE, ACF, ACFA, CCA, CFA, FIFè, GCCF, LOOF, SACC, TICA, WCF